Davide Chioggia
Instrument:
Course:
- Drums
- AFAM
NOME: Davide Chioggia
CITTA': Sestri Levante (GE)
CORSO: Batteria AFAM
ANNO DI NASCITA: 1997
DA QUANTO TEMPO SUONI?
“Suono” da quando ho 5 anni. Ho iniziato percuotendo a caso le pentole di nonna, da li poi sono arrivate le prime bacchette e il divano e diventato il mio drum set. Mettevo su i dischi di mio padre, in particolare quelli di De André, e suonavo sopra i cuscini.
TI RICORDI IL GIORNO IN CUI HAI DECISO CHE AVRESTI VOLUTO FARE IL MUSICISTA?
Non ricordo il giorno preciso, ma penso sia stata una consapevolezza che ho acquisito nel tempo. Già intorno ai dieci anni ebbi la possibilità di suonare in piccole formazioni all’interno della scuola di musica che frequentavo. Intorno ai tredici anni iniziai a suonare con il mio primo vero gruppo, i Checkmate. Andando avanti mi accorgevo di come le mie giornate fossero sempre più piene di musica e meno di tutto il resto, tanto è vero che decisi di mollare la squadra di basket, di cui ero capitano, per poter dedicare più tempo alla musica. E’ sempre stato un rifugio per me, un posto dove poter stare bene e dove dimenticarmi del mondo esterno per un po’.
CHI TI HA ISPIRATO?
Sicuramente il mio primo insegnante, Lorenzo Capello, a cui devo moltissimo, e tutti i dischi che ho ascoltato e i concerti che ho visto anche grazie a mio papà che è da sempre un grande appassionato di musica.
HAI FREQUENTATO ALTRE SCUOLA DI MUSICA?
Si ho frequentato per una decina di anni la Società Filarmonica della mia città, Sestri Levante.
COME MAI HAI SCELTO IL CPM?
Ho scelto il CPM soprattutto per il livello e la qualità dei docenti e per la buona impressione che mi ha fatto durante l’Open Day. Sicuramente anche il supporto che ho ricevuto dai miei genitori ha fatto si che io mi iscrivessi.
STUDI QUALCHE ALTRO STRUMENTO?
Studio anche pianoforte e da ragazzino ho strimpellato un po’ la chitarra, ma la chitarra, si sa, ad una certa età e solo un mezzo per altri fini.
IN QUALE EPOCA MUSICALE VORRESTI VIVERE?
Credo che se dovessi scegliere di vivere un'epoca diversa da quella in cui mi trovo sceglierei il periodo che va dagli anni ‘60 agli anni ‘70. Adoro i batteristi di quell’epoca e adoro i suoni che venivano utilizzati nei dischi di jazz, funk e rock.
SE POTESSI FAR TORNARE IN VITA UN ARTISTA CHI SCEGLIERESTI?
Questa è tosta.. Mi piace domandarmi se Miles Davis fosse ancora tra noi in che direzione avrebbe portato la sua musica e di conseguenza la nostra musica.
3 CANTANTI O GRUPPI PREFERITI
Ben Howard, amore adolescenziale che mi accompagna da sempre e sa adattarsi con le sue canzoni ai diversi momenti della vita. Molto introspettivo.
Verdena, che dire della più grande rock band italiana di sempre? Il genio creativo che è Luca Ferrari non ha eguali, intensità e musicalità, a lui devo molto come batterista.
Brad Mehldau, pianista che conosco da relativamente poco tempo e che mi sorprende in ogni sua composizione. Di lui adoro il modo in cui ha saputo creare un ponte tra la musica pop e il jazz. Le sue cover di alcuni brani dei Radiohead sono secondo me di una bellezza infinita.
HAI UNA BAND? PARLACI UN PO’ DI VOI!
Ho due band di inediti: Axis e Gringo Goes To Hollywood.
Nel primo caso gli spunti sono infiniti in quanto siamo quattro soggetti musicalmente molto diversi, ognuno con le proprie influenze, ma tutti molto aperti alle novità e sempre pronti a sperimentare nuove cose. Suonare insieme a loro è un gran divertimento e le nostre prove, quando non si hanno date in vista, sono delle lunghe jam nelle quali molto spesso accendiamo un registratore e suoniamo. I nostri pezzi principalmente nascono da piccole bozze portate da casa e insieme si cerca di tirane fuori qualcosa di “concreto”. In questo periodo di reclusione abbiamo iniziato a registrare alcuni pezzi che sono già parte della nostra scaletta, ma che non abbiamo mai registrato seriamente. Assembliamo i video e li pubblichiamo sui social. Penso sia una buona via di mezzo tra il live e la registrazione in studio, in un momento in cui entrambe queste cose sono impossibili da realizzare. Inoltre stiamo rilasciando sulle piattaforme di streaming tre singoli registrati qualche mese fa al Tabasco Studio di Sori (GE). Non abbiamo mai avuto grossi progetti per il futuro, cerchiamo di goderci i frutti della nostra creatività e di farli ascoltare a più persone possibili e penso che sarà cosi anche dopo questo brutto periodo.
Per quanto riguarda Gringo Goes To Hollywood, siamo in due, io e Andrea Gringo Guidobono. Oramai ho perso il conto di quanti anni sono che suoniamo insieme. Abbiamo iniziato nel settembre 2012 quando Andrea mi invitò a suonare, con l'intento di creare un duo Rock/Blues nello stile dei Black Keys e degli White Stripes. Tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 abbiamo registrato il nostro primo Ep (interamente autoprodotto) contenente i primi brani scritti nella cantina di Gringo. Proprio in quel periodo abbiamo avuto l'occasione, e l’onore, di aprire il concerto di Andrea Appino al Circolo Arci Randal e poco più avanti anche quello di Giorgio Canali.
Nel 2018 la Orange Home Records, etichetta della quale facciamo parte tutt’ora, ci ha prodotto il singolo "Negli Occhi degli Altri" e nell'ottobre dello stesso anno abbiamo pubblicato il videoclip. Con questa canzone ci siamo accorti che il nostro stile stava iniziando a maturare rispetto al sound del precedente Ep e che stavamo assimilando nuove influenze anche molto lontane da quelle degli inizi. Dopo gli anni del liceo le dinamiche a cui eravamo abituati, come per esempio vedersi una volta alla settimana per provare, vennero meno dal momento in cui io mi sono trasferito a Milano e Gringo a Genova per studiare. Nonostante la lontananza abbiamo sempre avuto la forza per mandare avanti questo progetto. All’inizio del 2019, infatti, siamo entrati in studio per registrare un nuovo Ep il “Settembre EP (Live)” ancora una volta prodotto dalle sapienti mani di Raffaele Abbate alla Orange Home Records. Sono quattro brani e li abbiamo registrati in presa diretta e filmati. Volevamo che emergesse il nostro sound puro come quando siamo su un palco, senza dover ricorrere a sovraincisioni di altri strumenti. Esce circa un anno fa, in anteprima su alcune webzine e in seguito caricato su tutte le piattaforme digitali per lo streaming.
Grazie a questi video siamo riusciti a far girare un po’ il nome e abbiamo iniziato ad avere maggior seguito riuscendo poi a farci largo in realtà importanti come l’Hiroshima Mon Amour (in apertura ad Edda) e al Balena Festival (prima di Giorgio Poi). Per il momento siamo fermi a casa e cerchiamo di mantenerci attivi per quanto riguarda la scrittura. Andrea scrive musica e testi e solitamente io cerco di dare il vestito ritmico giusto a quello che scrive, ma ogni tanto capita, come in “Rock Elefante” che mi vengano delle idee di groove che diventano lo spunto per lui per scriverci sopra qualcosa. Per il futuro ci auguriamo di poter tornare a suonare quando sarà tutto passato.
DOVE TI PIACE ASCOLTARE MUSICA?
Mi piace ascoltare musica da un buon impianto, possibilmente quello di casa mentre sono seduto sulla poltrona.
PREFERISCI LAVORARE IN STUDIO O ESIBIRTI SU UN PALCO?
Mi piacciono molto entrambi gli aspetti dell’essere musicista. Ultimamente sto avendo possibilità di fare registrazioni per alcuni artisti in studio e anche di registrarmi da casa con qualche microfono e devo dire che apprezzo molto il fatto di poter sperimentare sia diverse sonorità sullo strumento che diversi posizionamenti dei microfoni. Comunque l’adrenalina del palco e il feedback del pubblico rimangono elementi fondamentale per me.
INSIEME ALLA TUA BAND SEI STATO TRA I PROTAGONISTI LA PRIMAVERA SCORSA DEL BALENA FESTIVAL DI GENOVA: CHE TIPO DI ESPERIENZA E’ STATA? COM’E’ LA SCENA MUSICALE LIGURE?
Quella al Balena Festival è stata un’esperienza incredibile, ho avuto la possibilità di esibirmi con entrambe le mie band, in serate diverse, condividendo il palco con altri artisti della scena genovese, in apertura ai nomi più importanti della scena indie/alternative italiana, da Giorgio Poi agli I Hate My Village.
Per quanto mi riguarda credo che la scena musicale ligure stia ultimamente alzando la testa proponendo contenuti di buon livello. Se quella genovese è una delle realtà più prolifiche, anche quella della mia città, Sestri Levante, penso sia degna di tutto rispetto. Qualche anno fa, insieme ad alcuni amici musicisti, abbiamo deciso di formare un'associazione culturale chiamata NoPanic, con l’intento di formare un collettivo artistico che comprendesse tutte le band di musica originale presenti sul territorio di Sestri Levante, per fare rete e promuoversi a vicenda. Adesso siamo riusciti finalmente ad ottenere la gestione di una sala prove e siamo stupiti di come una piccola città di provincia possa avere una partecipazione musicale così attiva. Devo dire che non mi posso assolutamente lamentare, e anzi sono fiero di essere uno dei fondatori di un collettivo artistico che vede crescere artisticamente giovani che hanno voglia di dire qualcosa, nonostante i tempi in cui viviamo dove l’interesse per la musica e per l’arte sembra essere all’ultimo posto nelle priorità dei ragazzi.
COME MAI HAI DECISO DI CANDIDARTI COME RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI?
Ho la presunzione di credere che dopo quattro anni di CPM io sia in grado di comprendere le problematiche dei nuovi arrivati e non. In generale l’ho fatto per aiutare gli altri e per cercare di instaurare un rapporto di fiducia tra gli studenti e la scuola.
Non ho buoni propositi, ma vorrei che i problemi degli studenti venissero prima discussi tra di noi in modo da fare gruppo e cercare di aiutarsi l’un l’altro, alleggerendo anche agli insegnanti di questo “peso”. In un momento delicato come quello che stiamo attraversando, stiamo cercando, come rappresentanti, di capire insieme agli studenti quali siano le difficoltà riscontrate nel partecipare alle lezioni a distanza e insieme ai docenti di cercare soluzioni alle problematiche emerse.
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