Zoe Celeste Iacono
Strumento:
Corso:
- Canto
- AFAM
NOME: Zoe Celeste Iacono
CITTA': Salò, Lago di Garda (BS)
CORSO: Canto AFAM
DA QUANTO TEMPO SUONI/CANTI?
Canto da tutta la vita. Mia madre si diverte a raccontare che quando ero piccola non facevo che cantare tutto il giorno (ora invece parlo anche tutto il giorno!). Ho iniziato a strimpellare il pianoforte dodici anni fa, ma il mio percorso di studio, sia pianistico, sia di canto, non è stato regolare. Ho iniziato seriamente a immergermi nel mondo della musica da un paio d’anni, prima temevo di forzarmi e perdere la spontanea gioia che mi suscitava vivere questa passione.
TI RICORDI IL GIORNO IN CUI HAI DECISO CHE AVRESTI VOLUTO FARE IL MUSICISTA?
In realtà è un sogno che coltivavo da bimba, ma crescendo credevo di essere non all’altezza di alimentare una tale “fantasia”. La decisione vera è arrivata durante la quinta superiore, quando ho girato mille università, frequentato corsi da infiltrata, ma nulla mi entusiasmava. Entrata per caso in un Conservatorio, scoppiai a piangere: il mio cuore aveva deciso per me.
Ora sto ancora lavorando sul non sentirmi “abbastanza” per la strada che ho scelto, ma sono profondamente felice di essere qui.
CHI TI HA ISPIRATO?
Questa è sempre una domanda che temo, perché non ho grandi punti di riferimento. Posso dire che mi ha ispirata il cuore e lo sguardo di invidia (positiva e costruttiva) che avevo nei confronti di tutti i miei amici che si permettevano di osare in questo percorso.
HAI FREQUENTATO ALTRE SCUOLE DI MUSICA?
Ho preso lezioni in un’accademia a Brescia durante il liceo per un paio di anni, ma ho soprattutto studiato con privati.
COME MAI HAI SCELTO IL CPM?
Quando ho deciso di approcciarmi professionalmente alla musica, non conoscevo ancora davvero i miei gusti, le mie attitudini, non avevo ancora un abbozzo di personalità musicale. Negli anni precedenti ero passata da fare la cantante in band progressive alla performer da musical, avevo decisamente le idee confuse. Il CPM mi è sembrato il luogo in cui potermi trovare, essere seguita personalmente e acquisire uno sguardo più ampio rispetto a indirizzi solo pop o jazz, come i Conservatori.
IN QUALE EPOCA MUSICALE VORRESTI VIVERE?
In realtà sono felice dove sono. Non mi viene da desiderare altro da ciò che posso avere, preferisco imparare a stare al meglio nel presente. Tuttavia, per gioco farei un giretto turistico in tutte le epoche, soffermandomi magari di più a osservare la nascita e lo sviluppo della musica jazz, che rappresenta l’influenza e l’amore più grande della mia musica oggi.
SE POTESSI FAR TORNARE IN VITA UN ARTISTA CHI SCEGLIERESTI?
Probabilmente ora sceglierei Chet Baker: mi piacerebbe moltissimo poter godere dal vivo uno dei miei album preferiti che è Chet Baker sings. Ammetto però che mi stuzzica molto l’idea anche di ascoltare da vicino la voce di Louis Armstrong, che, fin dalla pancia di mia madre, mi ha accompagnata come costante in tutta la crescita.
3 CANTANTI O GRUPPI PREFERITI
Più che gli artisti, prediligo le canzoni. Non penso ci sia tutto di un cantante o gruppo che mi piaccia, in più i gusti cambiano. Fino all’anno scorso avrei detto Dream Theater, King Crimson. Ora preferisco i grandi classici del jazz, gli Snarky Puppy e un po’ di Jacob Collier.
HAI UNA BAND O SUONI DA SOLA?
Prima di trasferirmi a Milano, per tutta la durata del liceo, suonavo in gruppi. Mi divertivo, ma era tutto molto goliardico, un po’ immaturo e decisamente inconsapevole, oltre che poco impegnativo.
Ora sono un po’ ballerina, colgo le occasioni momentanee e preferisco lavorare in duo, ma non ho progetti stabili aperti. Mentre cerco con chi condividere la mia passione per il jazz ,e magari anche cimentami nella scrittura unendo altre influenze, mi porto avanti studiando.
DOVE TI PIACE ASCOLTARE MUSICA?
Ovunque, ma il mio momento preferito forse è mentre mi sposto a piedi da una parte all’altra di Milano, fantasticando e immaginando la colonna sonora delle mie avventure di vita (mentre, con la testa tra le nuvole, le mie scarpe fanno conoscenza con le frequenti defecazioni canine sui marciapiedi).
PREFERISCI LAVORARE IN STUDIO O ESIBIRTI SU UN PALCO?
Non ho grandi esperienze in studio, ma l’emozione del pubblico è unica e totalizzante, anche se sono un po’ fifona e prima di cantare di fronte a qualcuno devo spesso passare un periodo di familiarizzazione con il bagno.
COME MAI HAI DECISO DI CANDIDARTI COME RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI?
Ho sentito un forte desiderio di essere più presente in questo ambiente, viverlo profondamente e, soprattutto, essere di aiuto anche per i miei compagni. L’anno scorso ho sofferto molto la solitudine, mi sentivo smarrita, priva di un luogo in cui sentirmi a casa e avevo tra le mani una vita completamente nuova e diversa da quella che immaginavo per me. Mi piacerebbe che tutti si sentissero più accolti, più liberi anche di sfogare le loro delusioni, perplessità e difficoltà con chi ci è già passato, muovere critiche che facciano crescere questa scuola che può diventare sempre più umana e meravigliosa.
I TUOI PROPOSITI COME RAPPRESENTANTE
Oltre che essere il più possibile un punto di riferimento per aiutare chiunque a stare meglio in questo ambiente, mi piacerebbe avere un ruolo più attivo nella comunicazione con i docenti e la segreteria, soprattutto per andare incontro il più possibile ai desideri di noi allievi. In una situazione storica particolare come quella che stiamo vivendo, l’insoddisfazione, lo sconforto e la solitudine sono all’ordine del giorno: avere una scuola che abbraccia il più possibile le nostre necessità e ci aiuti a mantenere acceso l’interesse e la passione ritengo possa essere un aiuto importantissimo.
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