Franco Mussida ricorda Aretha Franklin

Aretha Franklin la Musica la teneva nascosta tra le pieghe del suo sorriso contento e poi la offriva colorata di quell’intenzione.
Maturata, divenuta adulta, il suo suono, la sua voce, ha offerto stupore, candore, lo splendore pulito di una bambina decisa, birichina, sensibile e sveglia.
Amare ed essere amati a volte può diventare normale, naturale e benefico, come respirare. A lei è successo perché ha coltivato per una vita intera un senso privato, di servizio e di appartenenza, prima che a quello dello Show Business, al mondo del suono e della Musica.
Amare ed essere amati, sapendo di essere un grande fenomeno popolare, senza sentirsi diva, è qualcosa di davvero speciale.
Uno degli insegnamenti più preziosi che i ragazzi di oggi mi auguro possano fare propri.
Il suo essere schiva, il suo sentirsi appartenere alla gente, l’ha resa, di fatto, una grande ambasciatrice della Musica.
Una carica, forse l’ultima, che certamente le verrà consegnata dalla Musica stessa.
Lo sarà in una cerimonia concerto in cui nessuno di noi, nemmeno il più ricco del pianeta, avrà un posto in platea.
Sarà una cosa finalmente solo sua, da condividere con la grande Band che suona la Musica delle Sfere, per l’occasione con inflessioni Soul, oltre il confine del Tempo.
Ma ricordarla sì, questo è concesso a tutti.
Quindi, come tutti i grandi miti, rimarrà con noi ancora a lungo, per donarci un po’ di quella gioia sonora che fa sorridere il cuore,
che me la fa accostare al giallo piumoso di una grande pianta di mimosa.
Franco Mussida