Mango: "Cantare è servire la musica"
Non ci vedevamo da anni. L’avevo conosciuto alla N°1, la discografica di Battisti-Mogol. Erano i primi anni '70. Mi chiese di pensare a un arrangiamento per un pezzo scritto da lui e dal fratello, ma non se ne fece nulla. Lo rividi con Laura, sua moglie...
all' Open Day del CPM nel maggio scorso. Erano venuti tutti appositamente da Lagonegro per permettere al figlio Filippo di studiare batteria nella nostra scuola non appena terminata la maturità. Cosa che poi Filippo ha fatto con entusiasmo, confermando la Musica come comune denominatore della famiglia.
Quando lo vidi nel nostro teatro, mi stupii. Finita la presentazione dei corsi ci trovammo a parlare. Mi colpì la sensibilità sua e di Laura. Lo trovai un uomo molto diverso dal giovane cantante che nei primi anni '70 frequentava la discografia ansioso di proporsi, desideroso di successi.
Parlandoci provai la gioia di avere davanti un individuo cosciente di aver ricevuto un dono e felice di poterlo offrire al pubblico. Da ciò che diceva capii che in fondo il “successo” lo viveva come una sorta di effetto collaterale. Ciò che gli importava davvero non era scrivere e usare le sue doti canore per fare “successo”, ma per poter essere portatore di un valore che non è dato a tutti.
Avevo di fronte un musicista consapevole. Un servitore laico di quell’incredibile e magico mondo vibrante, agitatore e educatore di sentimenti ed emozioni. La sua genialità non era solo timbro, ma il suo saper far vivere il suono: intenzioni, pronunce, dinamiche, portamenti, colori e variazioni timbriche. Le sue corde vocali ci avrebbero ancora certo riservato grandi sorprese: non solo nuove melodie o canzoni, ma nuove sfide e strade diverse da sperimentare. Per questo credo che Pino abbia un compito da portare a termine e solo lui potrà farlo. Del resto per chi fa Musica il silenzio può essere vissuto in due modi: l’attesa di un nuovo suono o il tempo necessario per elaborare suoni già esistenti al fine di produrne nuovi. Mi piace immaginare che ora Pino si prenderà tutto il tempo di cui avrà bisogno.
Sono, anzi siamo vicini alla famiglia: a Laura e alla figlia Angelina, così duramente colpite, a Filippo, attorno a cui si stringe tutto il CPM, sezione batteria in testa.
Mandiamo loro un abbraccio sentito e forte, pieno di calore e di amicizia, sentimento che ho sentito autentico nelle parole di Pino, così rispettose e sagge nei confronti di ascoltatori e colleghi. Parole prive di giudizi morali e così aperte alla vita. Un’altra eredità positiva che lascia alla sua famiglia e a tutti noi insieme alle sue tante belle canzoni.
Franco Mussida