Il tuo diploma in pratica: Nicola Oliva, passione e talento
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Il tuo diploma in pratica: storie di passione e talento
Nicola Oliva è un chitarrista, compositore e arrangiatore italiano, conosciuto per la sua versatilità musicale e per le prestigiose collaborazioni che costellano la sua carriera. Nato con una grande passione per la musica, ha perfezionato la sua formazione presso il CPM Music Institute di Milano, la scuola più rinomata per i professionisti della musica in Italia.
Formazione
- Inizia a suonare da autodidatta alla tenera età di 3 anni, alternandosi tra batteria, basso e chitarra, sull’esempio del padre e del nonno.
Nel 2003 perfeziona gli studi al CPM Music Institute dove, ancora studente, ha occasione di accompagnare artisti come Ron, Elisa, Gianni Morandi, Paolo Vallesi, Frank Gambale e Maurizio Colonna.
Tanti i docenti che accompagnano Nicola nella sua formazione musicale tra cui Maria Orlandi, Claudio Bazzari, Pietro La Pietra, Dino D’Autorio, Fabio Nuzzolese, Massimo Colombo, Diego Michelon, Paolo Jannacci, Pietro Nobile, Bebo Ferra.
Tra il 2005 e il 2006 vince importanti concorsi internazionali. Nel 2006 appare per la prima volta su RAI 1 vincendo la sfida per "l'Orchestra del Domani" di Pippo Baudo. Nel giugno 2009 è in tour con Ornella Vanoni, intraprendendo una lunghissima collaborazione sia live che in studio che durerà per oltre dieci anni e che porterà Nicola a calcare i palchi più importanti della scena musicale italiana.
La svolta con Laura Pausini
- Dal 2011 al 2018 è chitarrista per Laura Pausini. Con lei ha calcato i palchi più importanti del mondo, contribuendo al sound dei suoi 4 tour internazionali (2011-2018) e registrando in 7 dei suoi album. Collabora in numerosi dischi, trasmissioni televisive - Wind Music Awards, The voice kids e The voice senior condotte da Antonella Clerici, 68° Festival di Sanremo, Amici di Maria de Filippi, Che tempo che fa.
Collaborazioni con altri grandi artisti
- Nicola lavora e ha collaborato con artisti come Mario Lavezzi, Angelo Branduardi, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Ron, Fabio Concato, Gianni, Morandi, Pino Daniele, Claudio Baglioni, Paola Turci, Stadio, Alexia, Annalisa, Paola Turci, Arisa, Paolo Jannacci, Paolo Fresu, Andrè, Paolo Vallesi, Paolo Belli, Luca Di Risio, Biagio Antonacci, Toto Cotugno e molti altri.
Arrangiatore e produttore
- Oltre all’attività di chitarrista, sviluppa il suo ruolo di arrangiatore e produttore, collaborando alla realizzazione di diversi progetti discografici e curando il suono di molte produzioni in studio. Nicola ha suonato in oltre 100 dischi (Ramazzotti, Pausini, Vanoni, Lavezzi e molti altri artisti).
Con oltre un decennio di esperienza ai massimi livelli, Nicola si afferma come uno dei chitarristi più richiesti della scena musicale italiana, punto di riferimento per i giovani musicisti e apprezzato da colleghi e produttori per la sua creatività e sensibilità artistica.
L'intervista
Abbiamo fatto 2 piacevolissime chiacchiere con Nicola - che ringraziamo di cuore - il quale ci ha raccontato un po' di sé e del suo percorso artistico
Quando hai iniziato a suonare la chitarra e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato a suonare da piccolissimo, intorno ai 3 anni, prima con la batteria e poi con la chitarra, che è diventata la mia compagna inseparabile. La passione per la musica è una tradizione di famiglia: mio nonno, direttore didattico, amava la musica bandistica e classica, e mio padre ha suonato per anni con il suo gruppo sulla riviera adriatica negli anni ’60. Crescendo in questo ambiente musicale, è stato naturale per me lasciarmi travolgere dalla stessa passione. Passavo giornate intere a suonare in cameretta, ascoltando e imparando tutto ciò che mi incuriosiva, dai Beatles ai Dire Straits, fino a Robben Ford e Pat Metheny. Fin da allora sognavo di trasformare questa passione in una professione.
Come hai scoperto il CPM?
Durante il liceo, grazie a un videocorso di Franco Mussida, ho iniziato a maturare l’idea di intraprendere questo percorso e dopo la scuola avevo ben chiaro cosa volevo fare. Dopo averlo incontrato di persona e ricevuto i suoi consigli, ho deciso di tentare l’audizione e sono stato ammesso al corso, direttamente al secondo anno, con Maria Orlandi, una docente straordinaria che mi ha fatto crescere tantissimo.Nel tempo ho ampliato i miei orizzonti frequentando il corso Full Time University Level, entrando in contatto con tanti insegnanti di spessore come Pietro La Pietra, Claudio Bazzari e Bebo Ferra (Alto perfezionamento in chitarra jazz). In particolare, con Pietro Nobile e il suo corso di Fingerstyle è nata un’amicizia speciale: lui è diventato un vero mentore. In quel corso si stava a scuola a tempo pieno e c’erano tantissime materie, quindi tanta possibilità di crescere, conoscere nuovi insegnanti e nuovi compagni di corso. La scuola era ed è un vero punto di aggregazione!
Il CPM è stato molto più di una scuola, un vero punto di incontro e un trampolino verso il mondo professionale. Durante gli studi ho avuto l’opportunità di accompagnare artisti come Ron, Elisa e Gianni Morandi, sotto la guida di Dino D’Autorio che ci aiutava a capire come questo mondo andava affrontato, gettando le basi verso la professione.
Da li a poco iniziai a farmi conoscere e ci furono le prime collaborazioni, i primi casting per i tour e sentivo che il mio percorso in qualche maniera stava prendendo forma. Fui scelto dopo un anno per il tour di Linda Valori e piano piano, un mattoncino per volta la mia carriera musicale è partita.
Quali sono i tuoi chitarristi o musicisti che ti hanno maggiormente influenzato e perché?
È sempre difficile fare una lista senza dimenticare qualcuno, ma il mio faro assoluto è stato Mark Knopfler, che con il suo tocco e la sua musicalità mi ha illuminato sullo strumento.Con il tempo mi hanno profondamente influenzato anche artisti come Pat Metheny, soprattutto per le sue composizioni e il suo lato più intimo con l’acustica. Un incontro speciale è stato quello con Sylvain Luc, che ho avuto la fortuna di conoscere e con cui ho avuto l’opportunità di suonare; ha rivoluzionato il mio approccio musicale.
Tra le tante influenze cito anche George Harrison, Robben Ford, Larry Carlton, George Benson, Chet Atkins, Robbie McIntosh, Scott Henderson, Eric Johnson, Steve Lukather, Mike Landau e tanti italiani come Gigi Cifarelli, Giorgio Secco, Bebo Ferra e Pietro Nobile. E sicuramente ce ne sarebbero ancora migliaia da ricordare!
Qual è il tuo setup di chitarra ideale?
Sono sempre stato pratico: chitarra, cavo e ampli. Per anni ho usato il mio Fender DeVille 410, ma oggi il mio suono di riferimento arriva dagli ampli Boutique Graaled di Tony D’Angelo. Uso anche sistemi digitali come Line 6 Helix, Kemper e Fractal, senza disdegnare plugin come Neural DSP.Per i cavi mi affido a ADR Cables di Andrea Di Risio, mentre per le chitarre elettriche resto legato alla mia storica Fender Stratocaster ’84, affiancata dalla Gibson Les Paul, Guild Starfire IV, e Duesenberg.
Con l’acustica il setup è minimale: una Martin in studio e una Mini Maton per i live. Per le classiche mi affido a strumenti di liuteria, come quelli di Gabriele Ballabio e Roberto Fontanot. Insomma, ci sarebbe da parlarne per ore!
Qual è stato il momento più memorabile della tua carriera musicale finora?
Potrei rispondere in maniera furba "quello che deve ancora venire!!!" (N.d.R. risate)È difficile scegliere un momento più bello di tutti, perché ne ho vissuti tanti e ciascuno ha un ricordo speciale. Suonare con Sylvain Luc è stato un sogno, così come esibirmi in luoghi incredibili con grandi artisti. Un altro potrebbe essere il primo incontro con Ornella Vanoni e aver suonato chitarra e voce praticamente metà del repertorio! Oppure il primo concerto con la Pausini in cui ricordo che tremavo come una foglia e le mani non si fermavano. Sono per fortuna tantissimi e posso ritenermi più che contento.
Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato come chitarrista/ turnista e come le hai superate?
La mia sfida più grande è quella con me stesso e con la mia insicurezza, il timore di non essere mai all’altezza delle situazioni. Con il tempo ho imparato a gestirla, grazie all’esperienza, all’autoironia e a un percorso personale continuo. Questa insicurezza, però, mi spinge a essere molto esigente con me stesso e a cercare sempre di migliorarmi. In un lavoro pieno di imprevisti e incertezze, avere consapevolezza di questi aspetti è fondamentale per affrontare al meglio ogni sfida, dentro e fuori dal palco.Quali consigli daresti ai giovani chitarristi che vogliono intraprendere una carriera musicale?
Il primo consiglio che darei è capire quale carriera musicale si vuole intraprendere e cosa si è disposti a sacrificare. Oggi molti giovani sembrano disorientati e credono che tutto sia facile e immediato, complici i social e la rete.La vera chiave, secondo me, è coltivare la curiosità profonda: appassionarsi davvero, scavare, studiare, esplorare, leggere e confrontarsi dal vivo, non solo dietro uno schermo. È un approccio che mi ha aiutato tantissimo e che cerco di trasmettere anche a mia figlia, perché diventa una vera missione di vita.
Come ti prepari per un'esibizione dal vivo?
Hai dei rituali o delle tecniche particolari per gestire l'ansia da palcoscenico?
Il mio approccio è imparare e interiorizzare i brani, così da poterli vivere pienamente sul palco senza essere legato alla partitura, anche perché non sono un grande lettore (ma ci sto lavorando!). Non ho particolari rituali, ma tengo sempre la postazione ordinata e funzionale.L’ansia? Sempre presente, e per fortuna! Significa che ci tengo e che non sto suonando in automatico. Cerco di trasformarla in concentrazione ed espressività, accettando anche gli errori come parte della musica. L’importante è guardare sempre avanti, senza farsi schiacciare da chi aspetta solo di vederti sbagliare.
Qual è la tua opinione sull'importanza dello studio musicale?
Lo studio musicale è fondamentale per parlare la stessa lingua e costruire una solida cultura musicale, ma per me non è mai stato solo teoria e tecnica. Ho suonato per anni “a orecchio” e ho sempre seguito molto l’istinto, anche sbagliando. Certo, ho dovuto studiare e costruirmi un bagaglio, che continuo ad aggiornare, ma il mio approccio resta legato all’emotività e alla musicalità spontanea.Credo che la tecnica e la preparazione estrema, se prive di anima, rischino di trasformare la musica in un esercizio sterile. Preferisco poche note, ma sentite. Forse è una mia mancanza di formazione o di abitudine all’ascolto di certa musica, ma resto convinto che la capacità di emozionare valga più di qualsiasi virtuosismo.
Hai qualche progetto musicale in corso o in programma per il futuro?
Ho appena concluso le prove per il tour di Angelo Branduardi, che partirà il 7 marzo 2025 da Brescia. È una collaborazione speciale con un grande artista e una persona di immensa umanità, dove la musica è al centro di tutto.Per il futuro, continuo il Duo con mia moglie Claudia D’Ulisse e, chissà, magari un giorno mi deciderò a realizzare un mio disco o un progetto personale con amici di sempre. Mai dire mai!
Se potessi suonare con qualsiasi chitarrista del passato o del presente, chi sceglieresti e perché?
Così su due piedi, mi sarebbe piaciuto da morire strimpellare un po’ con Chet Atkins, fare una bella jam con Jimi Hendrix o Stevie Ray Vaughan o magari godermi qualche pomeriggio in più insieme a Sylvain Luc… giusto per sognare un po'! Se invece penso al presente, credo che sceglierei senza dubbio Mark Knopfler, che da sempre occupa un posto speciale nel mio cuore.Trovate Nicola su FB e IG
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Il CPM non è solo una scuola di Musica, ma un vero e proprio ecosistema creativo dove si respira un'atmosfera stimolante e dove competenze trasversali si uniscono e concretizzano in capacità Tecniche, Artistiche ed Esecutive. Il Corpo Docenti, musicisti professionisti di fama nazionale e internazionale, trasmette ai propri allievi non solo le tecniche, ma anche la passione e l'amore per la musica.
Ti aspettiamo a scuola!